Riccardo Pocci – meisho:le mete da non perdere 2014 – 2019

Quando

06/12/2019 - 21/12/2019    
18:00 - 21:00

Dove

Galleria Il Sole
Via Nomentana 125, Roma, RM, 00161, Lazio

Event Type

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Le stazioni di… e ancora Roma, Milano, Parigi, la serie Covers, le stellate, i paesaggi industriali, nella mostra retrospettiva di Riccardo Pocci che riunisce tutte le mete da non perdere in 15 anni di ricerca in tutte le direzioni! 

Venerdì 6 dicembre alle ore 18.00 la Galleria Il Sole inaugurerà la mostra “meisho: le mete da non perdere. 2004-2019” dell’artista Riccardo Pocci.

La mostra è parte della programmazione della Biennale MArteLive 2019 nell’ambito del progetto speciale Open Gallery.

Verrà presentata una raccolta delle opere più significative che hanno tracciato il percorso creativo dell’artista, con particolare riferimento agli ultimi quindici anni di attività. 

Non mancheranno le opere dell’esordio, le grandi stazioni colorate dipinte a inchiostro su carta, punto di partenza per esplorare le grandi realtà metropolitane, da Roma, a Milano, a Parigi, fino alle Covers, alle stellate del parco archeologico di Baratti e alla più recente serie sulle Acciaierie di Piombino.

Il passato, chiave di lettura che può aiutare il pubblico a interpretare una fluida contemporaneità difficile da afferrare, affiora costante e indelebile nei dipinti di Pocci; come architettura sacra e inviolabile nella serie Monumenti, suggestivi notturni pieni di luce della città celeste (sulla città di Roma l’artista è tornato a più riprese, sensibile al fascino pieno di luci e ombre della città eterna), come natura che funge da àncora di salvezza per il presente nella serie Stellate, come ossature di ferro tardo-ottocentesche nella serie Stazioni, e infine come archeologia post-industriale in Acciaierie.

Anche la serie Covers è concepita dall’artista come interpretazione di un passato, questa volta più intimo e autobiografico. Copertine di libri e dischi a lui cari diventano adesso rappresentazione di icone moderne, di produzioni culturali ormai sempre più smaterializzate, al cui significato più profondo si può ancora accedere attraverso il contatto con la materia, con i supporti, con la pittura che fa della forma sostanza.