“Armenia Ossip Mandelstam” di Giuseppe Caccavale

Martedì 11 dicembre alle ore 11.00  ci sará all’Accademia di Belle Arti. di Napoli la presentazione del volume di Giuseppe Caccavale “Armenia Ossip Mandelstam” e a seguire nella Sala Palizzi dove, per il Bicentenario della nascita di Filippo Palizzi, saranno ospitati – con il titolo Paesaggi / Armenia Osip Mandel’stam.

Una traduzione visiva di Giuseppe Caccavale – cinque grandi album che riproducono tipograficamente i testi completi delle poesie a matita, ognuno dei quali composto da 25 pagine, altrettante interpretazioni artistiche di Caccavale dell’opera letteraria.

In una libreria di Napoli, Giuseppe Caccavale trova una copia di Viaggio in Armenia di Ossip Mandel’štam, testo di prosa che aveva già letto in passato da una copia in francese. Più di venti anni dopo, nel 2014, rilegge questo libro con gli occhi nuovi della maturità. Il fascino di questo testo lo spinge a comporre il proprio omaggio all’ autore nella veste di una riproduzione a grafite dei versi che il poeta scrisse in occasione del suo viaggio in Armenia.

Giuseppe Caccavale è nato nel 1960 ad Afragola, in provincia di Napoli. Si è formato all’Accademia di Belle Arti di Napoli e attualmente vive e lavora tra Bari e Parigi, dove insegna l’arte dell’affresco e disegno presso l’École nationale supérieure des Arts décoratifs di Parigi. Le sue opere sono state esposte in numerose gallerie e musei in Europa e ha partecipato recentemente alla 56° Biennale di Venezia. Il suo lavoro nasce dalla corrente alternata tra periodi di riflessione e realizzazione di installazioni che esplorano la stratigrafia di diverse ricerche, che muovono dalla figura alla letteratura, comprendendo gesto e parola in una visione unica. L’installazione realizzata alla Biennale di Venezia del 2015 per il Padiglione Italia ha fornito l’occasione per dare unità alla creazione grafica, l’affresco, la poesia e la fotografia, partendo da una poesia di Massimo Gezzi. L’artista ha inoltre creato un muro sonoro, Viale dei canti (maggio 2016), per l’Institut italien de Paris in collaborazione con il compositore Stefano Gervasoni, ispirato alla poesia di Leopardi.