Mostra personale di Rosario Genovese “Cosmologie”

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13/05/2017 - 11/06/2017    
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Si inaugura sabato 13 maggio 2017 alle ore 20.00, presso la Galleria Edonè “Arte Viva Club”  di Vittoria (RG), la mostra personale di Rosario Genovese “Cosmologie” a cura di Andrea Guastella.

Per l’occasione verrà realizzato un catalogo edito da Aurea Phoenix Edizioni con testi di Andrea Guastella, Livio Bosco e Rosario Genovese.

L’evento, ha scritto Livio Bosco, presenta lavori «realizzati seguendo una teoria re-interpretativa: dipinte in contemporanea due opere idealmente gemelle, esse subiscono l’influenza l’una dell’altra, poiché ogni segno viene prima impresso su una tela, poi osservato dall’artista, che nel riportarlo nell’altro sostrato ovviamente lo sottopone a ulteriore analisi rispetto al primo segno, e cosi via sino ad opera finita. Il risultato è un’opera che, analizzata nell’insieme, introietta il fruitore in una dimensione cosmica».

«I termini di questo processo sono, prevedibilmente, mutevolezza e divenire: Narciso non riconosce che in parte la sua immagine riflessa. Ma, a pensarci bene, qualora la riconoscesse del tutto, come potrebbe innamorarsene? Ora, è anche accompagnando la liturgia della pittura con ipnotici testi letterari che Rosario riesce a evocare eventi complessi e in pieno svolgimento come le relazioni attrattive tra due stelle binarie. Così facendo, sembra però non accorgersi che, allignando le radici della sua creatività negli strati profondi del subconscio, gli stessi da cui nascono i miti e le fedi religiose, ostinarsi a seguirne passo a passo il cammino sotterraneo non può che condurre a una strada senza uscita. O meglio, a una strada con molteplici sbocchi. Quanto sappiamo delle sue stelle, come dell’universo in cui viviamo, è ciò che esse stesse, non il loro autore, sono disposte a rivelarci. Cioè tutto, tranne il loro mistero, tramato di distanze imperscrutabili e di lucente oscurità. Veri oggetti di culto, i suoi astri hanno piuttosto la capacità di destare spontaneamente la nostra dimensione spirituale, rimettendoci in contatto con lo spazio da cui proveniamo – non siamo forse polvere di stelle? – e a cui, presto o tardi, siamo chiamati a ritornare» (Andrea Guastella).